
L’ENTROTERRA MARCHIGIANO
Partiamo in esplorazione dell’entroterra marchigiano, muovendoci da nord a sud e lasciandoci guidare dalla prossimità geografica e culturale, che sfuma un po’ la netta divisione a fasce orizzontali segnata dalle provincie.
Il territorio marchigiano è costituito in larga parte da colline, che si distendono tra il mare Adriatico a est e i rilievi montuosi dell’Appennino, che a ovest segnano il confine con Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Abruzzo.
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URBINO e il MONTEFELTRO

La parte settentrionale dell’entroterra marchigiano coincide col Montefeltro, che include il Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello, angolo nord-occidentale delle Marche, sul confine con Emilia-Romagna e Toscana. Qui vicino sorge il borgo di Carpegna, punto di partenza ideale per esplorare l’area a piedi o in bicicletta.
Altri borghi da esplorare, spostandosi più a sud, sono: il pittoresco Frontino parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia, Macerata Feltria con le sue terme, Pietrarubbia con i pinnacoli di roccia e il borgo ristrutturato da Arnaldo Pomodoro, Sassocorvaro con la Rocca Ubaldinesca e l’avvincente storia dell’Arca dell’arte, Borgo Pace coi suoi carbonai, Mercatello sul Metauro parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia, Sant’Angelo in Vado con i resti di costruzioni romane e il vin santo affumicato e infine Urbania con le ceramiche e il cimitero delle mummie. Siamo nell’area intorno al fiume Foglia e al fiume Metauro, nel Territorio di Pesaro-Urbino, terra di confine geografico e culturale tra Marche ed Emilia-Romagna.
Seguendo il corso dei due fiumi che scendono dagli Appennini verso est, attraverso le dolci colline marchigiane, si giungerà alle lunghe spiagge sabbiose di Gabicce Mare e Pesaro, col vicino Parco Naturale Monte San Bartolo e alle spalle il «borgo dei borghi» Gradara. La famosa rocca fu costruita nel 1150 e secondo la leggenda, sostenuta da diverse prove storiche, qui si sarebbe consumato l’amore tra Paolo e Francesca, gli amanti del Canto V dell’Inferno di Dante. Ricostruita minuziosamente nel 1929, la rocca consente al visitatore di assaporare fino in fondo l’atmosfera medievale.
Spostandosi più a sud nell’entroterra, si incontra il centro più importante della zona: Urbino, elegante città piena di armonia e bellezza, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Città natale del grande Raffaello, Urbino ospita l’imperdibile Galleria Nazionale delle Marche ed è dominata dal favoloso Palazzo Ducale, che è stato la reggia di Federico da Montefeltro e che ha ispirato l’espressione di Baldassarre Castiglione «città a forma di palazzo».
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COLLI PESARESI, GOLA DEL FURLO e MONASTERI CAMALDOLESI
Se da Urbino ci si sposta verso est, tra le colline a ridosso della costa, si incontrano i bei borghi di Barchi e Mondavio, che è anche parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e tappa obbligata per gli appassionati di rocche e castelli grazie alla Rocca Roveresca perfettamente conservata.
Non lontano da qui si trova Corinaldo, uno dei borghi più pittoreschi dell’entroterra marchigiano, noto anche per il Festival Corinaldo Jazz e la Festa di Halloween e parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia.
A un passo da qui le località della riviera, note per le lunghe spiagge sabbiose e la vivace vita notturna: Fano con lo storico carnevale e Senigallia con il Summer Jamboree, che ogni agosto celebra il rock anni ’50 e attira appassionati da tutto il mondo (Info).
Nelle terre a sud di Urbino, là dove le colline si fanno più boscose e cominciano ad anticipare l’Appennino, si trova anche Fossombrone, elegante borgo dominato dalla Corte Alta voluta nel 1464 da Federico di Montefeltro. Il palazzo ducale ospita la Pinacoteca Civica e il Museo Archeologico. Da non perdere la Quadreria Cesarini, una collezione di arte contemporanea che include anche opere di Bucci e Morandi, ospitata in una casa-museo. Da segnalare anche la Chiesa di San Filippo, il Ponte della Concordia e le Marmitte dei Giganti, ai lati del canyon scavato dal Metauro.
Non lontano da Fossombrone, lungo l’antico tracciato della via Flaminia, si apre la Gola del Furlo, con le sue acque color smeraldo, tra falesie di roccia e fitti boschi. Da vedere in zona è anche la galleria scavata nel 76 su ordine di Vespasiano, aperta con martello e scalpello: era uno dei passi più importanti di tutto l’impero romano poiché permetteva i collegamenti tra Roma e il Nord Italia. La galleria antica, stretta e a strapiombo sul fiume, mostra ancora la strada lastricata segnata dalle ruote dei carri. Dopo l’escursione, si consiglia una tappa ad Acqualagna, la capitale del tartufo bianco.
Spostandosi più a sud, si incontrano il bel borgo di Cagli, un po’ paese di montagna e un po’ città ideale; Pergola parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia, dove sono conservati, in un bel museo multimediale, gli straordinari Bronzi di Cartoceto; infine Arcevia, bel borgo collinare noto soprattutto per i nove castelli (Avacelli, Castiglioni, Caudino, Loretello, Montale, Nidastore, Palazzo, Piticchio, San Pietro): si tratta di centri abitati murati di impianto tre-quattrocentesco, che sono stati perfettamente conservati fino ad oggi.
Non lontano da qui e ormai a ridosso dell’Appennino, si trova il suggestivo Monastero di Fonte Avellana, situato a 700 m s.l.m. all’inizio di una stretta vallata alle pendici del Monte Catria, a sud di Cagli e Pergola. L’eremo fu costruito a partire dal 980 da San Romualdo, uno dei padri della spiritualità occidentale e istitutore dell’Ordine dei Camaldolesi. A Fonte Avellana fu abate dal 1043 il teologo Pier Damiani, che diede grande impulso e prestigio al monastero. L’eremo è citato nella Divina Commedia (Paradiso canto XXI) e secondo gli annales dei monaci Dante vi soggiornò nel 1318.
Oggi è possibile visitare il monastero, partecipare al ricco calendario di eventi organizzati e anche pernottare nella foresteria.

Subito a sud del monastero si trova il Parco del Monte Cucco, già in territorio umbro, ma ricco di itinerari che partono da località marchigiane. Dal monastero parte il sentiero che porta alla cima del Monte Catria, ma si può anche arrivare a piedi alla vicina Abbazia di Sitria, anch’essa fondata da San Romualdo nel 1014. Siamo in un’area ricca di centri Camaldolesi: Abbazia di San Salvatore in Valdicastro, Abbazia di Sant’Elena, Eremo dei Frati Bianchi, Abbazia di Sant’Urbano, Poggio San Romualdo, Abbazia di San Vincenzo al Furlo, Chiesa dei Santi Biagio e Romualdo (Fabriano) e poi oltre i confini regionale, a creare una rete della spiritualità che trascende le divisioni politiche, Eremo di San Girolamo di Monte Cucco (Scheggia/Pescelupo), Abbazia di Camporeggiano (Gubbio), Abbazia di San Salvatore di Monte Corona (Umbertide), Eremo di San Silvestro a Collepino (Spello) e infine Monastero di Camaldoli (Arezzo).
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GOLA DELLA ROSSA e TERRE DI JESI

La zona a est del Parco è già Territorio di Ancona. Qui troviamo le località di Sassoferrato con l’importante Parco Archeologico di Sentinum e il Parco Naturale della Gola della Rossa e di Frasassi, un’area incontaminata attraversata dal fiume Sentino, che in milioni di anni ha scavato una stretta e spettacolare gola. La zona è caratterizzata da numerose cavità che si addentrano nelle montagne, ottime per gli appassionati di speleologia di ogni livello, ma anche dalla presenza di caprioli, daini, cervi, volpi, lupi, cinghiali, falchi e aquile. Molte le escursioni che si snodano fra le pareti rocciose e i fitti boschi, tra cui la bella camminata al Foro degli Occhialoni.
Un gioiello nascosto nelle viscere della montagna è il Tempietto del Valadier, costruito nel 1828 all’interno di una grotta che si affaccia sul panorama mozzafiato del Parco. Nelle vicinanze, la bella abbazia romanica di San Vittore delle Chiuse, situata al centro del piccolo abitato di San Vittore e schiacciata contro il fianco della montagna, domina il paesaggio circostante dalla cima di una collina da quasi mille anni (fu edificata dai Longobardi tra il 1060 e il 1080). San Vittore è un ottimo punto di partenza per varie passeggiate, offre un bel parco avventura per bambini lungo il fiume ed è ottimo punto di ristoro dopo la visita alle Grotte di Frasassi.
La principale attrazione del parco è naturalmente costituita dalle stupefacenti Grotte di Frasassi, che contengono delle sculture naturali che lasciano il visitatore a bocca aperta. Le stalagmiti e stalattiti si sono formate ad opera di stratificazioni calcaree nel corso di 190 milioni di anni. La scoperta accidentale delle Grotte di Frasassi risale al 25 settembre 1971 ad opera del gruppo speleologico del CAI di Ancona.
Arroccato sul fianco di una collina boscosa sul confine del Parco della Gola della Rossa, il borgo di Serra San Quirico fu fondato dagli Etruschi, poi occupato dai Romani e infine distrutto dai barbari. Oggi conserva l’aspetto medievale, caratterizzato da vie strette, chiese, palazzi, una bella cinta muraria e le famose Copertelle, stradine coperte dalle case che corrono lungo il perimetro del borgo fino alla sommità delle mura medievali.
Nelle vicinanze sorge la bella abbazia romanica di Sant’Elena e la straordinaria abbazia di Sant’Urbano, entrambe fondate intorno all’anno Mille.
A sud del Parco e di Sassoferrato è situato l’importante centro di Fabriano: città medievale immersa nel verde, famosa in tutto il mondo per la fabbricazione di una delle carte più pregiate d’Europa, ospita il famoso Museo della Carta e della Filigrana.
A est del Parco, tra Serra san Quirico e Jesi, si distendono le colline famose per la produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi, una delle eccellenze della Marca Anconetana.
Arroccata su una collina accanto al fiume Esino nell’entroterra anconetano, Jesi ha un elegante centro storico, con un impianto urbanistico rinascimentale circondato da imponenti mura quattrocentesche ed è nota perché qui nacque nel 1194 Federico II di Svevia, lo stupor mundi.
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TERRE DEL ROSSO CONERO e LORETO
Spostandosi verso est nel Territorio di Ancona, prima di raggiungere la Riviera del Conero e il grande porto di Ancona, è possibile visitare Offagna, centro medievale parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia, con un’imponente rocca quattrocentesca, che ospita ogni estate le sue famose feste medievali (Info), in occasione delle quali l’intero centro subisce una radicale trasformazione e porta il visitatore indietro nel tempo, tra rievocazioni storiche, menestrelli e cantastorie, giocolieri e giullari, mercatini e punti di ristoro che offrono cibi tradizionali.
Ai confini del Parco del Conero si trova Camerano, famose sono le Grotte di Camerano (Info), una vera e propria città sotterranea scavata nell’arenaria già a partire dall’epoca dei Piceni e poi ampliata nel corso dei secoli, nel sottosuolo del borgo che gradualmente si sviluppava qui sopra. La città è un labirinto lungo oltre 3 km, costituito da cunicoli e aperture scavati a varie profondità, fino a raggiungere i 20 metri. Le grotte sono state tenute segrete dalla popolazione locale fino al Novecento e per questo esistono pochissimi documenti che ne raccontino la storia. Sono sicuramente state usate nel tempo come cava per ricavarne tufo per costruire gli edifici soprastanti e come magazzino per conservare le merci, ma anche come luogo di culto cristiano e pagano, centro di incontri segreti, rifugio per la popolazione durante le incursioni dei pirati saraceni e i bombardamenti della 2° guerra mondiale.

Camerano è un borgo incastonato tra le dolci colline della Riviera del Conero e il panorama è ricco di vigneti. Siamo nella patria del vino Rosso Conero, vino corposo di uva di Montepulciano.
Poco più a sud troviamo l’antica cittadina di Osimo, che pure conserva suggestive grotte sotterrane scavate a partire dal 5° secolo, e Castelfidardo, nota soprattutto per l’ultima e più importante battaglia del Risorgimento (1860) e perché qui Paolo Soprani fondò nel 1863 una fabbrica di fisarmoniche, che ben presto avrebbe trasformato Castelfidardo nella capitale mondiale della fisarmonica. Da visitare il Museo Internazionale della Fisarmonica. Molto consigliato anche il Premio Internazionale della Fisarmonica (PIF; Info) che si svolge nel mese di ottobre.
Una delle località più importanti del territorio anconetano è senza dubbio Loreto, da secoli uno dei più importanti centri della cristianità. Loreto è un piccolo borgo collinare che si è sviluppato intorno alla celebre Basilica della Santa Casa, mèta di pellegrinaggio turistico e religioso per milioni di visitatori ogni anno: costruita a partire dal 1469 e completata nel 1587 con la realizzazione della facciata in luminosa pietra d’Istria, è arricchita dal campanile opera di Luigi Vanvitelli, realizzato nel periodo 1750-1755. La basilica conserva al suo interno il sacello della Santa Casa, rivestito di marmo con statue e rilievi, capolavoro della scultura del Cinquecento. Secondo la tradizione cristiana, la chiesa ospiterebbe al suo interno, protetta in questo scrigno di marmo, la Santa Casa di Nazareth, dove Maria sarebbe nata e avrebbe ricevuto l’annuncio della nascita di Gesù. Soggetta a Recanati nei primi secoli della sua storia, nel 1586 Loreto è elevata a città da Papa Sisto V, che di fatto ne sancisce l’indipendenza. Nei secoli successivi, l’importanza della città cresce e la sua Basilica diventa uno dei più importanti luoghi della cristianità nel mondo.

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SAN VICINO, COLLI MACERATESI E TERRE DI LEOPARDI
Se da Serra San Quirico e Jesi ci spostiamo invece verso sud, troviamo Cupramontana, il pittoresco borgo di Precicchie e Cingoli, parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e situato su una piega appenninica che si eleva sulle colline e offre al visitatore una splendida vista sul paesaggio circostante, che gli è valsa la denominazione di Balcone delle Marche. Cingoli è molto popolare per il lago artificiale creato dalla diga sul fiume Musone e circondato da spiagge, boschi e sentieri.
Poco più a sud, troviamo la Riserva Naturale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito, che comprende oltre al Monte San Vicino (1.479 m) anche l’altipiano di Canfaito, caratterizzato dalla presenza di vaste aree boschive e pascoli, ma anche grotte, anfratti e ripari sotto-roccia abitati sin dalla preistoria e in cui sono stati rinvenuti anche antichi utensili in pietra.
La faggeta di Canfaito è popolarissima in autunno fra gli appassionati di foliage. In questi boschi vivono lupi, caprioli, gatti selvatici, gufi reali, falchi pellegrini e picchi rossi.
Abbarbicato su un dente di roccia a strapiombo sui boschi circostanti, con le casette di pietra e i viottoli stretti, il borgo di Elcito è conosciuto come il “Tibet delle Marche” ed è il punto di ristoro ideale dopo una passeggiata nella faggeta o un’escursione sul Monte San Vicino.

Spostandosi verso sud, dopo una sosta a Braccano, il paese dei murales, si giunge a Matelica, uno degli ultimi centri prima del confine umbro, incastonato in un bel paesaggio collinare nella vallata dell’Esino. Qui si produce il Verdicchio di Matelica, uno dei più noti vini marchigiani. Da segnalare in città l’attività della libreria Kindustria, centro propulsore della casa editrice Hacca e organizzatrice di incontri letterari. Kindustria è anche promotrice, con altri, di varie iniziative volte a stimolare la rinascita dei centri colpiti dal terremoto del 2016. Tra le varie iniziative si segnala la Sibillini Summer School, campus estivo nel cuore dell’Appennino.
Siamo ormai nel Territorio di Macerata. I principali centri in zona sono Camerino, sede di un’antichissima università e gravemente danneggiata dal terremoto del 2016, e San Severino, dove ogni anno si tiene il noto San Severino Blues Festival (luglio-agosto).
Pochi chilometri a sud di Camerino, a ridosso del confine umbro, il piccolo borgo di Serravalle di Chienti ospita da diversi anni il Montelago Celtic Festival, divenuto uno dei principali festival in Europa dedicati alla musica e cultura celtica e druidica.
Situato leggermente più a est, subito sotto la strada che collega San Severino e Macerata, è il bel centro di Tolentino, la porta d’accesso alla parte meridionale dell’entroterra maceratese. Il centro storico, ancora oggi delimitato per lunghi tratti dalle mura duecentesche, conserva opere d’arte e monumenti di notevole valore. Città d’arte tra le più note e frequentate delle Marche, in posizione strategica nella valle del Chienti, ospita numerosi edifici di interesse, fra cui la Basilica di San Nicola (con al suo interno il meraviglioso Cappellone) e il vicino Castello della Rancia.
Non lontano da Tolentino, sorge l’Abbazia di Fiastra, uno dei monumenti meglio conservati dell’architettura cistercense in Italia, con il suo particolare stile di transizione dal romanico al gotico. Il complesso comprende la chiesa, il monastero e il palazzo dei principi Giustiniani Bandini, che nel 1773 subentrarono ai monaci cistercensi nel possesso delle terre. L’abbazia è oggi sede della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, che copre 1.825 ettari di terra.
Nei dintorni si trova l’antica città romana di Urbs Salvia, che ospita un suggestivo Parco Archeologico, che si estende per circa 40 ettari ed è il più importante e spettacolare delle Marche. Molto suggestivi i concerti organizzati in estate in questa affasciante cornice.
Altre località da segnalare nei dintorni di Tolentino sono Serrapetrona, nota per la Vernaccia; il lago di Caccamo, luogo ideale per il canottaggio; Caldarola con il bel Castello dei Conti Pallotta; San Ginesio, antico borgo alle pendici dei Sibillini, parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia; il vicino borgo di Ripe San Ginesio, centro propulsore del bel festival Borgo Futuro.
Avvicinandoci a Macerata, troviamo Treia, parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e nota per il gioco del pallone col bracciale, nato nel Rinascimento e protagonista della Disfida del Bracciale, il più importante avvenimento del paese (agosto). Alle porte del centro abitato, in contrada Fontevannazza, è possibile sperimentare le condizioni di vita contadina delle campagne del maceratese tra l’800 e l’inizio del ‘900 visitando la casa-museo in terra: gli “atterrati” sono antiche abitazioni tipiche delle Marche, realizzate con terra mista a paglia molto diffuse nella fascia medio-collinare della provincia di Macerata. All’interno della casa museo è possibile ammirare utensili e oggetti d’epoca, fra cui un magnifico telaio, il tradizionale caminetto e il cosiddetto “prete” ovvero il celebre scaldino da letto. Per conoscere meglio questa storia, è possibile visitare altre case di terra nel territorio maceratese e leggere il libro Il recupero di una casa di terra a cura di Anna Paola Conti, dedicato alla casa di terra recuperata a Treia.
La vicina Pollenza ha una tradizione di artigianato artistico da oltre cinquecento anni, prima con la ceramica e la maiolica fine e ora con il legno (antiquariato e restauro del mobile antico). Ogni anno a metà luglio si tiene l’Esposizione di Antiquariato, restauro e artigianato artistico.
A pochi minuti dal centro, si trova l’Abbazia di Rambona, costruita nel periodo 891-898 ad opera della regina Longobarda Ageltrude e potentissima nell’alto medioevo.
Poco più a nord si trova Appignano, grazioso borgo noto a livello nazionale per le sue maioliche e per la produzione di mobili e abbigliamento. All’inizio dell’autunno si svolge qui Leguminaria, l’appuntamento gastronomico all’insegna dei legumi secchi, come ceci, fagioli, lenticchie e roveja.
Macerata, capoluogo di provincia, con il suo pittoresco centro storico medievale e la sua antica vocazione intellettuale, offre piacevoli passeggiate ma soprattutto molteplici stimoli culturali, grazie ai suoi musei di prestigio (come Palazzo Buonaccorsi e Palazzo Ricci) e ai rinomati teatri (come lo Sferisterio), oltre che alla vivace vita studentesca.
Più a est, incontriamo i borghi di Morrovalle, Montecassiano e Montelupone, tutti parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia. Ma il centro più noto del maceratese è senz’altro Recanati, città natale del poeta e filosofo Giacomo Leopardi e del tenore Beniamino Gigli. Qui è possibile visitare la casa e la biblioteca di Leopardi (Info), il Museo Beniamino Gigli (Info) ospitato nella Sala dei Trenta del Teatro Persiani, il vicino MUM Museo della Musica (Info), il suggestivo Museo dell’emigrazione marchigiana (Info) e la prestigiosa collezione del Museo Civico Villa Colloredo Mels (Info), che include anche la famosa Annunciazione del Lotto.

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MONTI SIBILLINI

L’entroterra maceratese è anche porta d’ingresso al bellissimo Parco dei Monti Sibillini, istituito nel 1993 su una superficie di 70.000 ettari.
Il territorio offre numerosi sentieri: i percorsi urbani consentono di esplorare gli angoli medievali dei paesi disseminati alle pendici dei Sibillini, mentre i sentieri che partono da tutti i comuni del Parco conducono il visitatore fra i colori e i sapori di un mondo rurale e pastorale; infine, i percorsi più impegnativi consentono di raggiungere le alte vette dei Sibillini, molte delle quali superano i 2.000 metri.

La più alta di queste cime, il Monte Vettore, racchiude lo spettacolare Lago di Pilato, dove vive il famoso Chirocefalo del Marchesoni. L’esperienza più indimenticabile è senza dubbio il Grande Anello dei Sibillini, un percorso escursionistico di 124 km completamente segnalato che, in nove giorni di cammino, permette di scoprire l’intera catena montuosa. Per chi ha poco tempo, è possibile percorrere tratti dell’anello durante escursioni giornaliere.
Tra i comuni del Parco che ricadono nel Territorio di Macerata, segnaliamo Sarnano, parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e noto per le sue terme e per le vicine piste da sci (stazione sciistica Sarnano Neve a Sassotetto); il comune sparso di Fiastra, noto per il vicino Lago di Fiastra e i sentieri che conducono alle Lame Rosse e alla Grotta dei Frati; Ussita, la porta delle vette, da cui partono vari sentieri per esplorare i monti circostanti; Frontignano, con la vista mozzafiato sul Monte Bove e la più grande stazione sciistica delle Marche; Bolognola, il comune più alto delle Marche, offre numerosi sentieri di varia difficoltà e le rinomate piste da sci di Pintura di Bolognola (Info Bolognola Ski); Visso, una delle principali porte d’ingresso al parco e parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia, in fase di rinascita dopo essere stata gravemente danneggiata dal terremoto del 2016. A 10 km da Visso, si erge lo splendido Santuario di Macereto, a pianta ottagonale, considerato il capolavoro dell’architettura rinascimentale del ‘500 nelle Marche.

Nella parte del parco che ricade nel Territorio di Fermo e nel Territorio di Ascoli, segnaliamo Amandola, rinomata per il tartufo bianco; i bei borghi di Montefortino, Montemonaco e Montegallo; il Santuario della Madonna dell’Ambro, incastonato tra i Monti Priora e Castel Manardo; Arquata del Tronto e la meraviglia dei Piani di Castelluccio: diviso fra le Marche e l’Umbria, l’altopiano di Castelluccio copre una superficie di 15 kmq, che un tempo era il fondo di un lago appenninico. Ogni anno tra maggio e luglio, l’intera superficie dei Piani di Castelluccio si ricopre di colori in occasione della fioritura di lenticchia, trifoglio, papavero, genziana e altre piante coltivate o selvatiche.
- Info Parco: Parco Nazionale dei Monti Sibillini
- Info escursioni: Risorse Active Tourism – Scibilliamo
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LE COLLINE DI FERMO E ASCOLI
Più a sud, sulle colline che ricadono nel Territorio di Fermo e nel Territorio di Ascoli, troviamo i borghi di Montefalcone Appennino, costruito su una rupe di arenaria a strapiombo sulla pianura circostante, come un vertiginoso balcone naturale, e Smerillo, piccolo borgo in pietra noto soprattutto per la Fessa, una spaccatura nella roccia, larga mediamente 1 m, formatasi oltre 3,5 milioni di anni fa a causa di un terremoto, dove è possibile osservare decine di conchiglie pietrificate lungo le alte pareti di arenaria.
Più a est troviamo Servigliano, costruito a fine Settecento per volontà di papa Clemente XIV con l’intento di costruire la “città ideale”. Poco fuori dal borgo, sono ancora visibili le mura di cinta e alcune baracche del campo di prigionia costruito dal governo italiano nel 1915 e attivo sia durante il primo che il secondo conflitto mondiale, quando fu usato dai nazisti per incarcerare molti ebrei rastrellati in giro per la penisola. L’associazione Casa della Memoria lavora per tenere viva la memoria del campo.
Spostandosi ancora verso la costa, si incontra Fermo, capoluogo di provincia che conserva le forme medievali e rinascimentali ed è dominata dalla Piazza del Popolo, con i caffè, gli eleganti portici, il Palazzo degli Studi con la Biblioteca Civica, il Palazzo Apostolico e lo splendido Palazzo dei Priori, con la sua caratteristica forma a ventaglio, il doppio scalone e l’ingresso sormontato da una loggia. Città di origine picena, Fermo vanta una storia prestigiosa e molti edifici di grande valore.
Altri centri da segnalare sono Montalto delle Marche con l’imponente Cattedrale cinquecentesca di Santa Maria Assunta; Castignano che conserva tracce del passaggio dei cavalieri Templari e le celebra ogni anno con la festa Templaria, in occasione della quale tutto il borgo ritorna al Medioevo (agosto); Offida, parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e nota per la splendida Chiesa di Santa Maria della Rocca (1330, stile gotico) e i merletti fatti ancora come 500 anni fa (Museo del Merletto a Tombolo). Il paese ospita anche l’Enoteca Regionale delle Marche, che dal 1999 ha sede nell’ex Convento di San Francesco e offre degustazioni, eventi e incontri sul tema.
Tappa obbligata è Ripatransone, conosciuta come il Belvedere del Piceno. Bel borgo di mattoni, con una cinta muraria che offre scorci suggestivi, conserva molti edifici interessanti; da non perdere il vicolo più stretto d’Italia, largo 43 cm e lungo 5m.

Siamo nelle terre del Rosso Piceno Superiore. Mentre le uve destinate alla produzione del Rosso Piceno Doc possono essere coltivate in una ampia zona delle Marche, che comprende le province di Macerata, Fermo, Ascoli Piceno e Ancona, con il confine settentrionale di questa ampia area segnato dal fiume Metauro e quello meridionale segnato dal fiume Tronto, la zona di produzione del Rosso Piceno Superiore Doc è molto più ristretta, comprendendo soltanto i territori dei 13 Comuni più a sud delle Marche, un’area che il disciplinare ministeriale definisce “ad altissima vocazionalità viticola”. La prima bottiglia di Rosso Piceno Superiore ad essere uscita sul mercato è stata imbottigliata dall’azienda Tenuta Cocci Grifoni di San Savino di Ripatransone (AP) nel 1970, da uve della vendemmia 1969.
Il piccolo borgo duecentesco di Moresco rientra nel circuito dei Borghi più belli d’Italia e ha al suo interno una caratteristica forma triangolare con al vertice l’imponente Torre Eptagonale del 12° secolo. La chiesa che un tempo si trovava all’interno delle mura (Santa Maria in Castro) fu abbattuta nel 19° secolo per costruirne una più grande fuori dalle mura; della chiesa originale rimane solo la navata sinistra, divenuta oggi il portico in fondo alla piazza, decorato dall’affresco della “Madonna con bambino” di Vincenzo Pagani.
Poco lontano troviamo il bel borgo di Monterubbiano, che offre una stupenda vista sui dintorni, e il centro medievale di Campofilone, con la bella Porta Marina e la neoclassica Abbazia di San Bartolo, noto soprattutto per i maccheroncini, una pasta all’uovo sottilissima e larga meno di 1 mm, inventata qui nel Quattrocento.
Nel bel borgo di Montefiore Dell’Aso ogni anno ad agosto si tiene il festival Sinfonie di Cinema (Info), una rassegna cinematografica nata nel 1997 come omaggio allo scenografo Giancarlo Basili, originario di Montefiore, a cui è dedicato il Centro di Documentazione Scenografica.
Siamo alle spalle della Riviera delle palme, con le lunghe spiagge sabbiosa e i bei centri di Torre di Palme, Cupra Marittima, Grottammare e San Benedetto del Tronto.
A segnare il confine dell’entroterra marchigiano a sud è Ascoli, capoluogo di provincia vicinissimo al confine con l’Abruzzo. Caratterizzata dalle eleganti piazze in travertino e dai palazzi monumentali, la bianca Ascoli viene fondata dai Piceni intorno al 10° secolo p.e.c. e vanta molti edifici di grande interesse storico e artistico. La città è dominata dalla splendida Piazza del Popolo ed è nota a livello nazionale per le prelibate olive ascolane.
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