
MENÙ DI PASSEGGIATE
Le Marche, l’unica regione italiana al plurale, racchiudono una straordinaria varietà di paesaggi, dalle scogliere bianche del Conero alle cime dei Monti Sibillini, dai borghi incastonati sulle colline ai boschi centenari, passando per fiumi e cascate, grotte e anfratti, pascoli e vigneti.
Questi sono solo alcuni dei percorsi consigliati per scoprire la regione camminando.
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TRAVERSATA DEL MONTE CONERO

- Partenza e Arrivo: Fonte d’Olio, Sirolo (AN)
- Lunghezza cammino: 12 km circa
- Tempo di percorrenza: 4 ore circa
- Dislivello: + 550 mt, – 650 mt
- Difficoltà: facile / sentiero turistico/escursionistico
- Requisiti: adatto a tutti, basta un po’ di allenamento alla camminata
Camminata circolare che permette di esplorare la vegetazione del Parco Regionale del Conero, istituito nel 1987 e costituito da 5.800 ettari di area protetta, ma anche di ammirare sia la Baia di Portonovo dal Belvedere Nord che la Spiaggia delle Due Sorelle dal Belvedere del Passo del Lupo, passando per la Grotta del Mortarolo. Il percorso si snoda nella macchia mediterranea, tra corbezzoli, ginestre, pini, lecci e frassini. Il parco è il luogo ideale per gli appassionati di bird-watching, ma qui vivono anche cinghiali, volpi, ghiri, tassi, lepri e ricci.
Itinerario: Da Fonte d’Olio, poco fuori Sirolo, si prende il sentiero principale seguendo le indicazioni per Pian dei Raggetti. Si inizia a salire attraverso il bosco del Conero. Si prosegue per Pian dei Raggetti. Una volta arrivati qui, a sinistra si può ammirare il lungomare sud delle Marche da Numana fino a Civitanova, mentre a destra Camerano, Castelfidardo e Osimo. Se la giornata è particolarmente limpida, si possono ammirare anche i Monti Sibillini.
Da Pian dei Raggetti si prosegue per Pian Grande, dove c’è un’area pic-nic. Dopo una pausa, si continua a salire in direzione della cima del Conero (572 mt di altitudine), in parte occupata da un’area militare. Qui vicino è possibile visitare le incisioni rupestri, sito archeologico risalente all’età del bronzo.
Una volta arrivati a Pian Grande, per continuare a salire al Belvedere Nord vero e proprio si dovrebbe andare a destra, ma c’è un punto panoramico sulla Baia di Portonovo molto più bello andando verso il Poggio, quindi bisognerebbe fare una piccola deviazione a sinistra. Si procede seguendo le indicazioni per il Poggio o case S. Antonio e dopo 300 metri circa sulla destra si apre un meraviglioso scorcio proprio sopra la Baia di Portonovo. Fatte foto e pausa, si ritorna indietro verso Pian Grande per poi risalire verso il Belvedere Nord vero e proprio. Il sentiero è chiaramente indicato.
Dal Belvedere Nord, oltre alla Baia di Portonovo, si potrà ammirare il “gomito” roccioso di Ancona, alcuni dei suoi quartieri ed il porto. In una giornata limpida, si può arrivare ad intravedere il Monte San Bartolo di Pesaro, che si affaccia sempre sul mare.
Dal Belvedere Nord si dovrà poi scendere all’ex Convento dei Camaldolesi NON ripercorrendo la strada a ritroso. Si torna indietro proseguendo per il sentiero principale, senza prendere nessuna deviazione. Il sentiero porta alla strada asfaltata che si dovrà seguire per circa 15 minuti prima di arrivare all’ex Convento.
Dall’ex Convento si prende il sentiero che fiancheggia a sinistra il monastero. Si prosegue addentrandosi nel bosco fino a trovare a sinistra le indicazioni per la Grotta del Mortarolo, una cavità naturale utilizzata come romitorio, composta da un unico vano provvisto di aperture verso l’esterno, all’interno del quale si trova un altare scavato nella roccia e costituito da alcuni gradini e da un piano di appoggio. Dopo aver visitato la grotta, si scende appigliandosi ad alberi vari per qualche metro fino a ricongiungersi con un sentiero ben definito che porta al Belvedere del Passo del Lupo, dal quale si gode un panorama unico sulla Spiaggia della Due Sorelle e sulla falesia dove nidificano falco pellegrino, passero solitario e rondone maggiore.
Si riprende poi il sentiero principale e si scende verso Fosso San Lorenzo dove, risalendo di 10 minuti la valle si arriva in una cava dove affiora il livello KT (uno strato roccioso che testimonia la scomparsa dei dinosauri) . Il sentiero terminerà sulla strada, che va ridiscesa per alcuni metri per arrivare a Fonte d’Olio.
Per info su tutti i sentieri del Conero:

La Cima
ristorante e bar con amache fra gli alberi, sulla cima del monte Conero, vicino all’ex convento dei Camaldolesi

Bar Belvedere
bar e ristorante sul monte Conero, noto per carne grigliata e panini, con un bellissimo panorama che spazia dai vigneti e uliveti di Sirolo alla costa adriatica

Metámonte
storico bar e ristorante situato a metà Monte Conero, veranda nel verde, bel panorama, ambiente alla mano
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LAME ROSSE

- Partenza e Arrivo: Fiastra (MC)
- Lunghezza cammino: 7 km circa
- Tempo di percorrenza: 3 ore circa
- Dislivello: 250 mt
- Difficoltà: facile / sentiero turistico/escursionistico
- Requisiti: adatto a tutti, basta un po’ di allenamento alla camminata
Il percorso più noto fra quelli che si snodano intorno al Lago di Fiastra (Info), è senza dubbio quello delle Lame Rosse. Si tratta di formazioni a forma di pinnacoli e torri costituite da ghiaia tenuta insieme da argilla e limi: gli agenti climatici, attraverso una lenta erosione durata milioni di anni, hanno causato la perdita della parte calcarea della montagna che si è frantumata lasciando in vista il substrato di ferro e si è poi depositata sul terreno andando a creare un lungo ghiaione. Il risultato è uno scenario da canyon che è raro trovare in Italia.
Itinerario: Si può parcheggiare nei pressi della diga sul lago, che va poi attraversata. Al primo incrocio, si gira a destra sulla sterrata proseguendo per altri 30 minuti circa. In alternativa si può anche partire dal belvedere della Ruffella, passando per la frazione di Fiegni.
Oltrepassato un torrente quasi sempre a secco, si procede diritti fino al bivio; da qui si sale a sinistra dove inizia una ripida ma breve salita. Dopo questo tratto, il sentiero segue sempre in salita ma nel bosco. Dopo circa 30-45 minuti, si giunge a una piccola valle, con fondo di ghiaia. Risalendo per circa 15 minuti, si giunge alle Lame Rosse. Si sconsiglia di arrampicarsi sulle formazioni ghiaiose, per evitare di favorire ulteriormente il processo di erosione.
Un bivio sul sentiero che conduce alle Lame Rosse offre la possibilità di deviare verso la Grotta dei Frati, un antro nella roccia abitato dal 1587 alla fine del Settecento da una piccola comunità di benedettini.

I Due Ponti
bar & grill vicino al lago

Chiosco al Lago
bar sul lago

Rifugio di Tribbio
cucina tipica vicino al centro di Fiastra

Agriturismo Le Casette
4km a ovest di Fiastra; cucina tipica, agriturismo e spazio campeggio in un dolce paesaggio

Agriturismo degli Alti Pascoli
5 km a ovest di Fiastra; cucina tipica, come mangiare nella cucina di casa della cuoca; camere disponibili
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I SENTIERI DEL FARGNO
- Partenza e Arrivo: Pintura di Bolognola (MC)
- Lunghezza cammino: 7 km circa
- Tempo di percorrenza: 3 ore circa
- Dislivello: 750 mt
- Difficoltà: facile / sentiero turistico/escursionistico
Il Rifugio del Fargno è situato sull’omonimo passo, nel territorio montano del comune di Ussita, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Il rifugio è punto di arrivo di escursionisti, bikers e motociclisti che partono da fondo valle, ma anche punto di partenza per le escursioni verso Pizzo Berro (2.260 mt), Monte Priora (o Pizzo della Regina, 2.332 mt) e Pizzo Tre Vescovi (2.092 mt).
Itinerario: L’escursione da fondo valle al Rifugio del Fargno (1.811 mt s.l.m.) parte da Pintura di Bolognola, dove è possibile parcheggiare gratuitamente l’auto e imboccare la strada del Fargno. Il sentiero è facile e dura circa 2 ore di salita all’andata e 1 di discesa al ritorno. Nel tratto iniziale si cammina all’ombra di una faggeta; poi si sale e si apre alla vista un panorama spettacolare sulle montagne circostanti. Da quassù si possono ammirare le creste del Pizzo Berro, Forca della Cervara, la Val di Panico e l’imponente parete nord del Monte Bove. Il Rifugio offre pasti e 12 posti letto per chi volesse godersi la notte stellata e tramonto e alba sulle montagne. Il Rifugio non è aperto tutto l’anno. Al ritorno si segue lo stesso sentiero dell’andata.
Per chi decidesse di spingersi oltre il Rifugio, da qui passano percorsi davvero bellissimi:
- Pizzo Berro (2.260 mt) e Monte Priora (2.332 mt): 12 km, 5 ore, dislivello 512 mt, sentiero escursionistico. Si parte dal rifugio del Fargno, si raggiunge prima il pizzo Berro (2.260 mt) e successivamente la Priora (2.332 mt). Si ritorna seguendo lo stesso sentiero.
- Pizzo Tre Vescovi (2.092 mt): 19km, 5 ore, dislivello 950 mt, sentiero escursionistico. Si parte da Pintura di Bolognola. Percorso ad anello, lungo e impegnativo, che sale a Pizzo Tre Vescovi, poi scende al Rifugio del Fargno e infine ritorna a Pintura.

Rifugio del Fargno
ristorante e pernottamento

La Capanna
ristorante e hotel Pintura di Bolognola

Rifugio Pintura
hotel e ristorante a Pintura di Bolognola

Z Chalet
grill & bar giovane e dinamico; rifugio sulle piste da sci di Pintura di Bolognola, ottimo per una pausa in estate e inverno, food experience che abbina food & adventure.
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MONTE BOVE

- Partenza e Arrivo: Frontignano (MC)
- Lunghezza cammino: 14,5 km circa
- Tempo di percorrenza: 6 ore circa
- Dislivello: 1.000 mt
- Difficoltà: impegnativa / sentiero per escursionisti esperti
Il Monte Bove (2.169 mt s.l.m.) è situato nella parte centro-settentrionale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e ha due cime principali, quella sud (2.169 mt) e quella nord (2.112 mt). Grazie a un progetto di reintroduzione del Parco, qui è tornato a vivere il Camoscio appenninico, uno dei mammiferi più rari d’Europa.
Itinerario: Il percorso parte da Frontignano di Ussita, a 1365 mt s.l.m. All’inizio si attraversa il bosco denominato le Macchie di Bicco in direzione est per 1.3 km. Attenzione a svoltare a destra dopo circa 700 metri (cartelli poco visibili). Dopo questa passeggiata nel sottobosco, che costituisce l’unica parte del cammino all’ombra, comincia la salita con un dislivello di 300 mt che con alcune svolte conduce alla conca erbosa della Val di Bove.
Si apre qui alla vista dei camminatori l’ampio circolo glaciale della Val di Bove con la caratterista sezione a U, esempio di “circo glaciale” modellato dai ghiacciai del Pleistocene. La valle è sovrastata da ciò che resta di una stazione della funivia, in disuso dal 1994.
Si imbocca poi il sentiero 270 che si snoda sulla sinistra fino alla cresta, con un dislivello di 650 mt. Sulla cresta si apre la vista sulla Val di Panico e sulle pareti del Monte Rotondo.
Da qui si può imboccare una deviazione e raggiungere la Croce di Monte Bove a 1.905 mt. La Croce di Monte Bove è l’anticima del Monte Bove Nord, ovvero la minore delle cime del massiccio del Monte Bove. La cima è formata da rocce calcaree e detriti e costituisce un ottimo punto panoramico sulla valle dell’Ussita e sulla Val di Bove. La croce metallica sulla cima è collassata nell’aprile del 2020.
Dopo questo punto, la salita continua ma più dolcemente.
Il Percorso E8 segue il crostone erboso e battuto da venti, in direzione dei resti della stazione di arrivo della funivia, fino a giungere alla cima del Monte Bove Sud (2.169 mt), la più alta del massiccio. Da quassù si possono ammirare da nord verso sud: Pizzo Tre Vescovi, Pizzo Berro, Monte Priora, Monte Sibilla, Monte Porche, Monte Vettore, Cima del Redentore e Castelluccio di Norcia che svetta sull’omonima Piana.
Al ritorno si imbocca il sentiero 271 da cui parte la breve deviazione che in circa 15 min raggiunge il Monte Bicco (2.052 mt), l’ultima vetta del gruppo del Bove. Si giunge poi al Monumento del Cristo delle Vette, dove si può scegliere tra due opzioni.
Si può proseguire lungo il Percorso E8 verso valle e ritornare nella Val di Bove in 2,7 km. Da qui si riprende il sentiero dell’andata che riconduce al Piazzale Selvapiana di Frontignano da cui si è partiti. Questa opzione allunga il percorso di 2,5 km e circa un’ora di cammino.
In alternativa, si può scegliere di rientrare continuando a scendere sulla sinistra attraverso una via meno panoramica ma più breve. Con un notevole risparmio di tempo ed energie, si può tornare al piazzale iniziale in appena 2 km, seguendo il canalone e le piste di sci.

Bar Due Monti
cucina tipica a Ussita

La Mezza Luna
cucina tipica a Ussita
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GOLA DELL’INFERNACCIO

- Partenza e Arrivo: Montefortino (FM)
- Lunghezza cammino: 8 km circa
- Tempo di percorrenza: 5 ore circa
- Dislivello: 300 mt
- Difficoltà: facile / sentiero turistico/escursionistico
- Requisiti: adatto a tutti, basta un po’ di allenamento alla camminata
Le Gole dell’Infernaccio, o semplicemente Infernaccio, sono delle gole naturali formate dal fiume Tenna. Si trovano nel comune di Montefortino in provincia di Fermo, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e sono tra le gole più suggestive dell’Appennino umbro-marchigiano.
Itinerario: Tra Montemonaco (AP) e Montegallo (FM) si trovano le indicazioni per Rubbiano – Gole dell’Infernaccio. Dopo circa 8 km, si arriva al bivio che porta al parcheggio dove inizia il percorso, in località Rubbiano (AP). Due blocchi di cemento impediscono alle auto di procedere.
Dopo aver parcheggiato, si prosegue dritto e si prende la discesa di ghiaia per circa 800 mt. che conduce all’ingresso della gola dell’Infernaccio. Scendendo verso la Gola, si attraversano dei rigagnoli d’acqua provenienti dal Monte Zampa e si può già sentire l’eco del torrente che a fondovalle prende velocità. Si arriva poi alle Pisciarelle, famose cascate a goccia che “trasudano” dal Monte Zampa.
Giunti di fronte all’ingresso della Gola, risulta ben visibile il tunnel artificiale posizionato di fianco all’ingresso, costruito per favorire il passaggio di veicoli e bestiame e inaccessibile ai camminatori. Da qui comincia il sentiero che si arrampica tra rocce e vegetazione; si supera il torrente attraverso un ponticello in legno e poi con qualche saliscendi, prima di diventare molto più semplice e lineare. In seguito il torrente ci conduce a una faggeta con alberi centenari, particolarmente affascinante in autunno.
Dopo poche centinaia di metri si giunge a un bivio: andando a destra si sale e si arriva al suggestivo Eremo di San Leonardo, dove si potrò conoscere la bella storia di padre Pietro Lavini; andando dritti si va verso Capotenna (sorgente del fiume Tenna). Entrambe le mète sono facilmente raggiungibili, ma il percorso più breve è quello che sale verso l’Eremo.

Ristorante Fortinese Da Peppa Di Buratti Lucia
cucina tipica a Montefortino

Cittadella dei Sibillini
ristorante e hotel diffuso con piscina Montemonaco

Il Tiglio
cucina tipica, ambiente raffinato e accogliente a Montemonaco
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MONTE SIBILLA

- Partenza e Arrivo: Montemonaco (AP)
- Lunghezza cammino: 9 km circa
- Tempo di percorrenza: 4:30 ore circa
- Dislivello: 650 mt
- Difficoltà: media / sentiero per escursionisti esperti
- Requisiti: percorso per camminatori allenati alla camminata; sentieri stretti, a volte esposti e su fondo misto (sassi, pietre, erba); punti inadatti a chi soffre di vertigini
Il Monte Sibilla, situato nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, raggiunge i 2.173 mt di altezza. Prende il nome dalla Sibilla Appenninica, figura mitologica che secondo la leggenda abitava l’omonima grotta, situata nei pressi della sommità e attualmente ostruita da una frana.
Itinerario: Il punto di partenza del percorso è il Rifugio Sibilla situato a 1.540 mt di altezza, che dispone di un parcheggio per auto. Si consiglia di usare la navetta che porta i camminatori dal centro di Montemonaco (AP) al Rifugio Sibilla (3€ a corsa – solo sabato e domenica, tutti i giorni nelle settimane intorno a Ferragosto).
Dal Rifugio partono due percorsi:
1° Percorso: si prende il sentiero dietro il rifugio e si sale immediatamente in quota seguendo un sentiero molto ripido, si raggiunge in 1h la cresta del monte, si percorre tutta la cresta, si arriva alla Grotta delle Fate e poi si raggiunge la cima del Monte Sibilla. Questo percorso è più impegnativo, ma più breve e sicuramente più spettacolare.
2° Percorso: si continua sulla strada sterrata proprio a fianco del rifugio, si sale lentamente in quota, si arriva alla Grotta delle Fate e poi sulla cima del Monte Sibilla. Questo percorso è più lungo ma più facile e adatto alle persone poco allenate.
La prima opzione è una strada più lunga ma sale con più dolcezza e di conseguenza può essere percorsa anche da persone meno allenate.
Molti scelgono il 1° percorso per la salita e il 2° per la discesa; altri fanno il percorso inverso. Noi consigliamo il 2° sia all’andata che al ritorno, perché molto più bello a livello paesaggistico. Entrambi i sentieri sono sempre esposti al sole ed è quindi importante munirsi di acqua e protezioni.

Il Tiglio
cucina tipica, ambiente raffinato e accogliente a Montemonaco

La Scampagnata
cucina tipica a Montemonaco

Cittadella dei Sibillini
ristorante e hotel diffuso con piscina Montemonaco
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SANTA MARIA IN PANTANO

- Partenza e Arrivo: Altino di Montemonaco (AP)
- Lunghezza cammino: 9 km circa
- Tempo di percorrenza: 3 ore circa
- Dislivello: + 200 / – 75 mt
- Difficoltà: facile / sentiero turistico
- Requisiti: adatto a tutti
Itinerario: Da Altino, borgo molto carino anche se in parte distrutto dal terremoto del 2016, si prende il sentiero segnalato per la chiesa di Santa Maria in Pantano, detta anche Santa Maria delle Sibille. Questo percorso corrisponde ad un tratto del GAS (Grande Anello dei Sibillini nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini). Il sentiero è in pianura e alterna passaggi all’interno di boschi a piane erbose con scorci bellissimi e pieni di luce, con viste spettacolari dei Sibillini e del Monte Vettore in particolare. Più ci si avvicina alla mèta, più il percorso diventa fangoso, proprio per la presenza di un pantano, una fonte di acqua sorgiva nelle vicinanze.
Raggiunta la Sorgente Santa (località Montegallo), mèta importante per viandanti, pellegrini e pastori che, in passato, attraversando questo percorso, sostavano poi nella Chiesa, si sale a destra per arrivare alla Chiesa di Santa Maria in Pantano, del 1159. Purtroppo, la Chiesa è stata distrutta dal terremoto del 30 ottobre 2016 e quindi è presente un cantiere di quasi completa ricostruzione. La Chiesa era detta anche Santa Maria delle Sibille, in quanto all’interno, oltre agli affreschi cristiani, erano presenti affreschi rappresentanti alcune delle Sibille: la Frigia, la Delfica, la Sibilla Ellespontica e la Sibilla Agrippa. Dopo il terremoto del 2016, gli affreschi pagani (delle Sibille) sono andati completamente perduti e sono rimasti quelli cristiani.
Se si è particolarmente allenati ed equipaggiati da qui si può prendere il Sentiero che sale al Monte Vettore (si consiglia una valutazione precedente ed attenta del percorso, nessuna decisione estemporanea), altrimenti si torna indietro riprendendo lo stesso bellissimo sentiero. Un’ulteriore alternativa è proseguire il percorso verso sud, fino a raggiungere il bell’Agrimusicismo in località Montegallo (30-40 min di cammino), per poi ritornare indietro fino ad Altino.
La passeggiata è adatta a tutti ed è particolarmente affascinante non solo per i paesaggi ma per la scoperta di questa chiesetta nascosta tra i Sibillini che, seppur distrutta, sembra conservare ancora un fascino leggendario.
Un maneggio ad Altino affitta cavalli e accompagnatori per chi volesse raggiungere la Chiesa a cavallo.

Rifugio Altino
rifugio e ristorante; trasferitosi dopo il terremoto in una soluzione abitativa temporanea vicino alla sede originaria, si trova proprio alla fine/inizio del percorso

AgriMusicismo
rifugio e ristorante, cucina tipica in un ambiente rustico, immerso nella natura, ai piedi del Monte Vettore; camping e bungalow

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LAGO DI PILATO

- Partenza e Arrivo: Foce (AP)
- Lunghezza cammino: 12,4 km circa
- Tempo di percorrenza: 6 ore circa (3h 30min circa andata + 2h 30 min circa ritorno)
- Dislivello: + 550 mt, – 650 mt
- Difficoltà: impegnativa / sentiero per escursionisti esperti
- Requisiti: adatto a tutti, basta un po’ di allenamento alla camminata
Il Lago di Pilato è un suggestivo specchio d’acqua incastonato a 1.941 mt s.l.m. subito sotto la cima del Monte Vettore, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Il perimetro del lago è di circa 900 metri, con una larghezza di 130 metri e una profondità di circa 8-9 metri. È conosciuto anche come “il lago con gli occhiali” per la forma dei suoi invasi complementari e comunicanti nei periodi di maggiore presenza di acqua. Il lago è alimentato dalle piogge e dallo scioglimento delle nevi, che lo ricoprono per gran parte dell’anno e si sciolgono quasi del tutto all’inizio dell’estate. Si tratta dell’unico lago naturale delle Marche e uno dei pochissimi laghi glaciali di tipo alpino presenti sull’Appennino.
Nel lago vive il Chirocefalo Marchesonii, un piccolo crostaceo di colore rosso che misura 9-12 millimetri e nuota col ventre rivolto verso l’alto, la cui presenza in passato tingeva il lago di rosso.
Il lago prende il nome dalla leggenda secondo cui nelle sue acque sarebbe finito il corpo di Ponzio Pilato condannato a morte da Tiberio. A partire dal 13° secolo il lago divenne popolare fra streghe e negromanti, che salivano spesso quassù per celebrare i loro riti. Per arginare il fenomeno, intervenne l’Inquisizione, che lungo in sentiero che conduce al Lago impiccò almeno 600 persone che stavano tentando di raggiungere il lago.
Itinerario: Il percorso inizia dalla frazione di paese Foce di Montemonaco. Dopo aver percorso (in auto o a piedi se la strada è chiusa) una strada di ghiaia per circa 1,5 km, si imbocca l’unico sentiero che porta in quota dopo un cammino di circa 2 ore, lungo un sentiero ripido ma ricoperto da un bosco, con terreno morbido che in seguito diventa roccioso e instabile. Il sentiero supera un canalone con una serie di tornanti abbastanza ripidi (le “svolte”), fino a raggiungere i pendii della Valle del Lago di Pilato, a circa 1.500 metri di quota. Alla fine del bosco, la vista si apre sulla vallata e il sentiero il percorso sale più dolcemente, fino a raggiungere la conca del Lago di Pilato a 1.940 metri di quota.
Al ritorno lo stesso sentiero viene percorso a ritroso.

Taverna della Montagna
cucina tipica a Foce

La Locanda della Sventola
cucina tipica a Montemonaco

AgriMusicismo
rifugio e ristorante, cucina tipica in un ambiente rustico, immerso nella natura, ai piedi del Monte Vettore; camping e bungalow
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PIAN DELL’ELMO, PRATI e VETTA DEL MONTE SAN VICINO

- Partenza e Arrivo: Prati di San Vicino o Pian Dell’Elmo (MC)
- Lunghezza cammino: 8 km circa
- Tempo di percorrenza: 1-3 ore circa
- Dislivello: 250-500 mt
- Difficoltà: facile o media / sentiero turistico o escursionistico
La Riserva Naturale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito è dominata dal profilo inconfondibile del Monte San Vicino, alto 1.479 metri e situato tra le vallate dei fiumi Esino, Musone e Potenza. Il parco offre numerosi percorsi, di varia difficoltà, che si snodano tra prati erbosi e faggete centenarie.
Itinerario: Per raggiungere la vetta del Monte si può scegliere fra due punti di partenza: Pian Dell’Elmo e Prati di San Vicino.
Il primo sentiero parte dall’altopiano erboso di Pian dell’Elmo (950 mt s.l.m.) ed è caratterizzato da un dislivello di circa 500mt. Nella prima parte è in gran parte boscoso, fino ai Prati del San Vicino (1.181 mt s.l.m.). Qui si incrociano vari sentieri, ma c’è anche un camping e si può parcheggiare: pertanto, si può anche decidere di iniziare il percorso qui anziché da Pian Dell’Elmo, riducendo notevolmente la durata e la difficoltà del percorso (1 ora; dislivello 250 mt).
Dopo aver attraversato il prato, si entra nella faggeta che caratterizza il paesaggio del Parco. Poi il paesaggio si apre gradualmente, fino a rivelare un panorama che abbraccia vaste aree del territorio marchigiano.
Al ritorno si percorre lo stesso sentiero.
Il Parco comprende anche l’altipiano di Canfaito, caratterizzato dalla presenza di vaste aree boschive e pascoli, ma anche grotte, anfratti e ripari sotto-roccia abitati sin dalla preistoria e in cui sono stati rinvenuti anche antichi utensili in pietra. La vegetazione è formata da ampie faggete, in cui sono presenti anche alcuni esemplari secolari (fino a 6 m di circonferenza). La faggeta di Canfaito, in particolare, è popolarissima in autunno fra gli appassionati di foliage. In questi boschi vivono lupi, caprioli, gatti selvatici, gufi reali, falchi pellegrini e picchi rossi. Abbarbicato su un dente di roccia a strapiombo sui boschi circostanti, con le casette di pietra e i viottoli stretti, il borgo di Elcito è conosciuto come il “Tibet delle Marche” ed è il punto di ristoro ideale dopo una passeggiata nella faggeta o un’escursione sul Monte San Vicino.
Per informazioni sui sentieri:

Ristoro Il Cantuccio
panini e carne alla brace; ideale punto di ristoro dopo una passeggiata in montagna
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SASSO SIMONE E SIMONCELLO
- Partenza e Arrivo: Capregna (PU)
- Lunghezza cammino: 8 km circa
- Tempo di percorrenza: 4 ore circa
- Dislivello: 300 mt
- Difficoltà: media / sentiero escursionistico
Il Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello è senza dubbio uno dei luoghi più suggestivi e affascinanti del Montefeltro, lungo il confine tra Marche, Toscana e Romagna.
Il Parco prende il nome da un eremita, detto appunto Simone, che si stabilì qui in ritiro spirituale.
Il Sasso è invece un enorme blocco di roccia calcarea alto 1.204 metri, che si affaccia sulla zona del Montefeltro, con numerosi calanchi e caratterizzato da un’ampia cima piatta e pareti ripide. Sulla sua cima era iniziata la costruzione di una città denominata “Città del Sole“, che non è mai stata portata a compimento (Storia). Il Sasso Simone è affiancato dal più piccolo ma più alto Sasso Simoncello (1.220 mt).
Itinerario: Il Parco offre vari percorsi, con diversi gradi di difficoltà, che si snodano tra calanchi, pascoli, prati e boschi di aceri e faggi. I percorsi iniziano dai borghi ai confini del Parco e situati nelle tre regioni, come Miratoio (Rimini) e Frontino (Pesaro). Tra i percorsi segnalati, quello che sale dal Passo Cantoniera al Sasso Simone.
Partendo dal Passo Cantoniera, si accede al Sasso Simone attraverso la strada di Todt, costruita durante il secondo conflitto mondiale per favorire l’accesso di mezzi militari alle postazioni della linea gotica. Il sentiero si snoda nel bosco ed è caratterizzato dalla presenza di grandi massi scivolati dalle pendici dei Sassi. Poco dopo l’area di sosta alle pendici del Sasso, si apre la vista sui calanchi argillosi. L’antica strada selciata conduce ai ruderi della Città del Sole e ai prati sulla somma del Sasso, dal quale si può ammirare un panorama che spazia dalla costa pesarese al Monte Catria.
Al ritorno, si percorre un sentiero che circonda il Sasso Simone e rientra passando per la Sella tra i due Sassi, ricongiungendosi al sentiero iniziale.
Per maggiori informazioni sui sentieri del Parco:

Vecchio Montefeltro
ristorante rosticceria; cucina tipica; centro storico Carpegna

Ristorante Silvana
cucina tipica; centro storico Carpegna

Carpegna Park
parco avventura; offre dieci percorsi sospesi tra reti, ponticelli in corda, funi, teleferiche e casette
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Vedi anche:
- www.turismo.marche.it
- www.destinazionemarche.it
- www.parcodelconero.org/sentieri
- www.rivieradelconero.info/it/i-sentieri-del-conero
- www.sibilliniweb.it
- www.parks.it/parco.nazionale.monti.sibillini
- www.parcosimone.it
- www.riservamontesanvicino.it
- www.activetourism.it
- www.scibilliamo.it
- www.passamontagna.org
- www.bumblebee-marche.it
LEGENDA:
- Difficoltà T. Sentiero turistico
- Difficoltà E. Sentiero escursionistico
- Difficoltà EE. Sentiero per escursionisti esperti
- Difficoltà EEA. Via ferrata o attrezzata